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Nero Scuro's Blog

Nuovo Microlotto: Kenya Gatuya AA

Nuovo Microlotto: Kenya Gatuya AA

Oggi abbiamo aggiunto un nuovo micro proveniente dal Kenya alla nostra gamma: il Gatuya AA, dalla regione di Muranga. Questo caffè prende il posto del nostro amato AA Chania Estate, che è ora esaurito.

Molto dolce con note di limone, ribes nero e, molto evidenti, pompelmo rosa, questo caffè è eccellente con qualsiasi estrazione, inclusi filtro ed espresso.

Alcune note dalla pagina del prodotto:

Questo superbo caffè proviene dalla prestigiosa stazione di lavaggio Gatuya Factory, nella regione di Muranga, Kenya Central Region. Viene spedito in sacchi sottovuoto da 15 kg perfettamente sigillati ed è composto quasi esclusivamente (99%) dal cultivar SL28, noto per le sue caratteristiche superiori.
Nella regione ci sono fattorie Muranga principalmente piccoli agricoltori, ognuno con 200 alberi in media, organizzati in società cooperative.
I contadini sono circondati da diverse stazioni di lavaggio nella zona e sono liberi di scegliere dove vogliono consegnare i loro ciliegie come membri. Grazie al sistema di acquisto tradizionalmente basato su aste, la qualità viene premiata con prezzi più alti. Le stazioni con processi a più alta qualità, come la Gatuya Factory, sono quindi in grado di acquistare il caffè migliore ricompensando la qualità del prodotto con prezzi più alti.
In tazza gustiamo limone e ribes nero con sentori di pompelmo. Un caffè dolce con intenso, complesso, e dal profilo molto aromatico.

Questo caffè è immediatamente disponibile sul nostro shop e viene spedito appena tostato all'indirizzo da voi scelto.

Rwanda Kamiro Nyamagabe

Rwanda Kamiro Nyamagabe

Last, but not least, among the African specialty coffees we have been presenting you during this year, there is a new addition: the Rwanda Kamiro from Motherland Farmers’ washing station.

The washing station and the connected growers are located in an area characterized by ideal conditions for growing coffee at an altitude of 1700-2000 masl. There are about 1,000 farmers in the community that Motherland Farmers is supporting by providing organic fertilizers and education to foster a sustainable development and make the coffee production more profitable.

The coffee roasted by Nero Scuro offers cup notes of apricot, date, chestnut honey, floral and spices. Light roasted, it has a soft body and medium acidity.

Available now on our website, freshly roasted to order

 

 

Bye Bye and Hello!

Bye Bye and Hello!
Over the last few weeks several great coffees we got in at the end of September went quickly sold out. Thanks for that and don’t worry! We have a wide range of new, exciting coffees just arrived at the roastery.


The first we want to introduce is the El Eden lot from Finca Filadelfia, Huehuetenango, Guatemala. This coffee is the second one from our friends of Coffee Bird this year, after the tremendous success of the prestigious El Bosques de San Francisco Lot, from finca Filadelfia, Antigua.

 

La Reforma was established in 1904 by Manuel Perez in the prestigious Huehuetenango region of Guatemala and has remained in the family since.

Nowadays, alongside his mother and sisters, Leonardo Rene Perez Hidalgo works hard to improve the farm on a daily basis. Leonardo Rene is the 5th generation farmer, and has been working on the family farm for the last 20 years. He is constantly developing new methods to cultivate more productive and resistant plants more efficiently.

He grows Caturra plants that are not grafted with Robusta. Throughout Guatemala it has been common practice for many varietals to be grafted with Caturra, therefore this is quite an extraordinary characteristics.

The love for coffee and passion for excellence fuels the family’s age–old dedication to the coffee they produce.

The lot featured on Nero Scuro Specialty Coffees has been called “El Eden” and shows off special flavour characteristics. In the cup this coffee appears to be very sweet, with notes of brown sugar, lemon thyme and hazelnut.


Get a bag of this coffee right now!

Intensità, estrazione e che altro?
Riepilogo sulla teoria dell'espresso
(Parte II - Estrazione)

Intensità, estrazione e che altro?<br>Riepilogo sulla teoria dell'espresso<br>(Parte II - Estrazione)

Dopo l'intensità, già discussa nel precedente articolo di questa serie, l’estrazione è la seconda caratteristica quantitativa che caratterizza la tazza.

Se l’intensità non è, in base alla definizione di cui sopra, legata alla quantità di caffè in polvere utilizzata per la preparazione dell’espresso, per quanto riguarda l’estrazione il discorso è diverso.

L’estrazione è il rapporto tra quanta polvere di caffè inserita nel filtro (la dose) e quanto caffè (o meglio, componenti solubili del caffè) è finito in tazza nel corso dell’erogazione.

Un’elevata estrazione sta ad indicare che una quantità sostanziale del caffè inserito nel filtro è stato trasferito in tazza dal flusso d’acqua, al contrario una bassa estrazione indica che i solubili sono stati trasferiti in tazza in misura minore. L’estrazione è quindi, in un certo senso, una misura dell’efficacia del processo di produzione dell’espresso. A parità di dose un espresso ha estrazione superiore ad un altro se durante la sua produzione una quantità maggiore di caffè è passata dalla mattonella alla tazza, a prescindere da quanta acqua è stata richiesta per effettuare il trasferimento.

Ancora una volta l’estrazione è misurabile: pesando il caffè inserito nel portafiltro prima dell’estrazione e misurando i TDS in tazza con l’utilizzo di un refrattometro a fine estrazione. La percentuale di estrazione, cioè la percentuale di caffè che dal portafiltro è finita in tazza può essere determinata da:

% Estrazione = (%TDS x peso in tazza) / dose

Si noti che l’estrazione percentuale, proprio perché è una misura di efficienza e non di efficacia, non dipende dalla quantità d’acqua utilizzata per trasferire i solubili dal filtro alla tazza, cosa da cui dipende invece l’intensità. Dato che il caffè è composto per circa il 28% di solidi solubili, in teoria, si potrebbe al massimo ottenere un’estrazione pari a circa il 28%. È altresì evidente che ciò richiederebbe parecchi minuti, se non ore o giorni, per succedere. Di conseguenza, l’estratto ottenuto sarebbe ben più, in peso, rispetto alla classica tazzina (probabilmente sarebbe un secchio oppure una damigiana!) e risulterebbe completamente privo di intensità.

Significato di estrazione

Un caffè intenso quindi non è necessariamente caratterizzato da elevata estrazione e viceversa, un caffè con elevata estrazione non necessariamente è molto forte. Così come in molte situazioni reali efficienza ed efficacia sono generalmente non ottimizzabili contemporaneamente ma soggetti ad equilibri paretiani, anche l’estrazione e forza sono in tarde-off: un aumento della percentuale estratta determina generalmente una riduzione dell’intensità e vice versa.

Questa verità universale, su cui torneremo nel prossimo post dedicato al tema, è dovuto al fatto che la quantità di solidi che si disciolgono nell’acqua è nei fatti una funzione non lineare del tempo di estrazione e della quantità d’acqua che attraversa la mattonella di caffè, oltre che avere caratteristiche olfattive e gustative che variano nel corso dell’estrazione. La tazza perfetta richiede quindi la ricerca di un equilibrio perfetto tra intensità ed estrazione.

A presto con il successivo articolo di questa serie!

Roasting schedule over the Christmas period

Roasting schedule over the Christmas period <br><br>

We're having some changes on the roasting dates over the Christmas period. We'll roast:

  • on December the 19th and shipping on the 21st
  • on December 28th and shipping on the 29th (last roast session of the year)

----- Closed for Christmas Holidays from the 30th to the 6th of January-----

  • The first roast day of 2016 will be January the 9th and shipping on January the 11th

 

Intensità, estrazione e che altro?
Riepilogo sulla teoria dell'espresso
(Parte I - Intensità)

Intensità, estrazione e che altro?<br>Riepilogo sulla teoria dell'espresso<br>(Parte I - Intensità)

Sebbene in generale non esista una ricetta universale per ottenere un espresso “perfetto”, è accettato ed evidente che alcune tazze riescono meglio di altre. Da cosa dipende la qualità di un espresso? È possibile misurare le caratteristiche di un espresso in modo da caratterizzarlo quantitativamente e renderlo replicabile, alla stregua della ricetta del tiramisù?

In questo articolo, e nei successivi appartenenti a questa serie, vogliamo riportare i punti chiave della teoria di estrazione dell’espresso per rispondere alle domande precedenti.

In generale un buon espresso specialty deriva dal raggiungimento di un sottile equilibrio tra un grandissimo numero di elementi, tra cui tipo di caffè, il profilo di tostatura e le preferenze personali. È stato tuttavia dimostrato a partire dagli anni ’50, che vi sono alcune ben identificate dimensioni misurabili dell’espresso (*) che, in funzione del valore che assumono, possono renderlo gradito o meno alla gran parte dei consumatori. Tali dimensioni sono intensità (**) ed estrazione.

Ma cosa sono esattamente intensità ed estrazione? Vediamo di cosa si tratta.

L’intensità (strength) di un espresso è qualitativamente associata ad aspetti quali “corpo”, “densità”, “robustezza” ed altri. Un caffè molto “intenso” è generalmente cremoso e liquoroso, con sapore deciso e tanto corpo, anche se non necessariamente di gusto gradevole. Un caffè poco intenso è più annacquato e fluido, con meno corpo e con un sapore più tenue e meno deciso, anche se non necessariamente sgradevole.

L’intensità di un espresso è fisicamente determinata dalla quantità di solidi rispetto alla quantità d’acqua, ovvero dalla massa di solidi disciolti in tazza come percentuale della massa liquida totale in tazza. L’intensità è quindi determinata quando si conoscano quantità di solidi disciolti (TDS – Total Dissolved Solids) e peso dell’espresso in tazza.

Il peso dell’espresso in tazza si può quantificare molto facilmente utilizzando una semplice bilancia tarata. I TDS si possono misurare con sufficiente precisione utilizzando un rifrattometro, uno strumento essenziale anche se non propriamente economico al cui utilizzo dedicheremo un futuro articolo su questo blog.

Data una certa quantità d’acqua, un espresso più intenso ha una maggiore quantità di solidi disciolti rispetto ad un espresso meno intenso. In altre parole, si ha un espresso intenso quando, utilizzando poca acqua si riescono a trasferire in tazza molti solidi. Se vogliamo, l’intensità è una misura di efficienza del processo di produzione dell’espresso.

Espresso poco vs molto intenso - Nero Scuro Caffè Specialty

Ma come finiscono i solidi nella tazza? I solidi sono trasportati dall’acqua che, spinta dalla pressione della pompa della macchina espresso attraverso la mattonella di caffè (la dose), incorpora durante l’erogazione alcuni componenti solubili trasportandoli nella tazza sottostante.

I composti che vengono disciolti variano considerevolmente per natura, quantità e caratteristiche nel corso dell’erogazione. Il processo di tostatura del caffè infatti produce una varietà enorme di composti aromatici (ne sono stati identificati oltre 800) principalmente a causa di continue reazioni di riduzione non enzimatica degli amminoacidi (reazioni di Maillard).

Non appena l’acqua inizia a percolare attraverso la dose, i componenti più facilmente solubili sono immediatamente catturati e trasportati. Tra questi vi sono vari tipi di acidi per lo più piacevoli, che donano il caratteristico sapore fruttato al caffè. Ancor prima, sono disciolti tutti i composti salini, che vengono subito trasportati in tazza.

La solubilizzazione di tali composti si esaurisce nel giro di pochi secondi, e la loro concentrazione nell’acqua che scende dal portafiltro diminuisce di istante in istante. Ad essi si si sovrappongono, fino a prendere completamente il sopravvento, altri componenti ad inferiore solubilità.

Ad esempio, la quasi totalità degli zuccheri viene caramelizzata nella fase finale di tostatura. In funzione del grado di tostatura, la loro estrazione determina il sapore dal dolce all’amaro (nel caso di tostatura scura, laddove gli zuccheri caramelizzati entrano in pirolisi).

Nel caso si prosegua ulteriormente con l’estrazione, saranno i polifenoli e la caffeina tra gli ultimi a dissolversi in acqua e ad essere trascinati in tazza. Essi danno sapore amaro e astringente, coprendo e sovrastando gli zuccheri. Ecco perché un caffè molto forte potrebbe non essere necessariamente piacevole: dipende da quali specifici solidi l’acqua si è “tirata dietro”.

A presto con il secondo articolo di questa serie!

(*) In realtà quanto verrà detto è applicabile in modo pressoché identico a qualsiasi tipo di estrazione

(**) Personalmente preferisco utilizzare intensità anziché forza. Nell'ambito di questa serie di articoli quindi intensità sta ad indicare la percentuale di TDS in tazza (strength in inglese). De gustibus non disputandum est.

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